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Surya i doni della natura.

Oggi conosciamo due artisti e artigiani che mi ispirano ogni giorno con la loro ricerca, la loro coerenza, la loro sensibilità, due anime in armonia con la natura. Sto per presentarvi Fra e Max e so già che vi piaceranno moltissimo.

Ciao Fra e Max voi siete la mia coppia preferita di Instagram, la prima domanda che voglio farvi, perché sono incredibilmente curiosa, è: come vi siete conosciuti?

La nostra storia inizia con l’apertura di un baule scrostato che apparteneva a mia nonna. Aspettava lì da anni che qualcuno lo restaurasse, ma tra un “non sono capace da sola” e un “ora non ho i soldi da spendere per questo” non mi decidevo mai. Finché un giorno il destino, che a me piace immaginare collegato attraverso il baule anche alla linea dei miei antenati, mi ha fatto trovare un volantino scritto a mano dove si pubblicizzavano corsi di restauro e falegnameria tenuti in una vecchia bottega artigiana del centro storico di Perugia. Ci sono andata e quella bottega era proprio quella dove Max insieme ad un suo collega ha tutt’ora un’associazione per il recupero e la diffusione dei vecchi mestieri. 

Insomma, un incontro nato da subito sotto l’energia calda e forte dell’elemento legno che continua anche oggi ad accompagnarci.

 

Perché vi siete chiamati "Surya i doni della natura"?

Surya, che significa Sole in hindi è un omaggio alla passione che abbiamo in comune per l’India e celebra il legame speciale che entrambi sentiamo verso questo pianeta: il calore, il fuoco, l’energia, l’entusiasmo che ci fa ardere dentro e muove la nostra vita appartengono di certo a lui.

I doni della natura invece perché ci è stato chiaro fin da subito che avremmo lavorato solo con quei materiali che la natura avesse deciso di regalarci, lasciandoli il più possibile puri, seguendo il naturale ritmo delle stagioni, senza arrecare nessun tipo di danno alla madre Terra.

 

Com'è nata e cresciuta la vostra passione per il bosco e la natura?

Max: vivo il rapporto con il mondo energetico e magico della natura in maniera spontanea e intuitiva da che ho memoria. Anni di esperienze nei boschi mi hanno portato dai monti dietro casa dove da ragazzino costruivo case sugli alberi, fino all’Himalaya o agli altopiani del Marocco, solo io, la tenda (a volte nemmeno quella) passo dopo passo dove mi portava l’istinto . Nei miei anni di India, di notte nel sacco a pelo sotto le stelle sentivo la connessione con la terra, così come quando dormivo tra le radici del mio vecchio amico castagno, un albero secolare cui sono particolarmente legato.

 

Fra: ho sempre amato l’aspetto simbolico e mistico della natura. Meditare nell’aura di un albero, celebrare le stagioni, allenarmi a percepire le energie sottili del piccolo popolo in cui credo fermamente: sono pratiche che mi accompagnano da tanti anni. Con Max ho fatto e continuo a fare quelle esperienze selvagge che mi mancavano, come camminare di notte nei boschi, incontrare animali selvatici o dormire in tenda isolati, solo noi e i suoni della foresta intorno. Per me è un mettere in pratica la mia vera natura, un entrare in contatto sempre più profondo con questo mondo che tanto amo.

 

Quando avete deciso di farne un lavoro?

Quando la casa iniziava a essere troppo piena di oggetti! 

Scherzi a parte, abbiamo iniziato perché abbiamo scoperto di essere entrambi affascinati dal mondo dei mercati artigianali e ci eravamo sempre domandati: “chissà come si sta dall’altra parte del banco?”. Abbiamo fatto così il nostro primo mercato insieme, con i tavoli rimediati qua e là e tanta emozione. 

Non abbiamo più smesso anche perché Surya non è solo un lavoro per noi ma un percorso di vita attraverso il quale veicolare un messaggio di cura e rispetto verso il mondo della natura e tutto ciò che ci circonda.

 

Come si divide fra voi il vostro lavoro creativo? C'è qualcuno che porta le idee o nascono dalla vostra sinergia?

La progettazione, le idee, nascono di sicuro da entrambi, fin da quando ci siamo messi insieme è stato così. La nostra è una relazione “del fare” e siamo riusciti a tirare fuori l’uno dall’altra talenti e capacità che aspettavano solo di essere visti e riconosciuti. 

La divisione c’è semmai nel lato pratico: Max, con anni di esperienza di lavori artigianali nelle mani, si occupa di tutto quello che è costruzione e assemblaggio. E’ “l’uomo delle soluzioni”, che trova sempre il modo di realizzare le idee. Mentre io a livello pratico faccio piccole cose, le pirografie, le tinture della carta, le decorazioni e gestisco tutto il grande lavoro della comunicazione.

 

C'è un lavoro a cui siete particolarmente legati o che nel farlo vi ha fatto sentire particolarmente ispirati?

In realtà no, tutto fluisce al momento giusto e ogni volta ci sentiamo ispirati in un modo diverso ma sempre totalizzante.

 

Chi di voi due è più concreto  e chi ha più la testa tra le nuvole?

Diciamo che nel lavoro Max è molto più preciso e pignolo, sa che le cose fatte bene hanno bisogno del loro tempo e, conoscendo la parte tecnica dei procedimenti, sa se una cosa si può fare oppure no.

Nella vita però siamo entrambi due grandi sognatori, ci siamo costruiti negli anni, anche prima di conoscerci, uno stile di vita fuori dalle maglie troppo strette della società e viviamo il più possibile nel nostro mondo. A volte facciamo un po’ fatica a confrontarci con la quotidianità.

 

Descrivete la vostra giornata tipo.

Sono giornate molto semplici in realtà, che cerchiamo di vivere sempre nell’amore e nella consapevolezza. Max appena sveglio accende un incenso sul nostro altare e facciamo quella che in India è definita la puja, cioè ringraziamo la natura, i maestri, gli angeli, gli spiriti guida, gli antenati e tutto ciò che per noi è importante. A volte facciamo una piccola meditazione o dei respiri. Poi tutta la mattina lavoriamo insieme a casa mentre il pomeriggio Max va in bottega. La sera chiacchieriamo, giochiamo con i gatti, dolci presenze sempre con noi. A volte ci va di ascoltare musica e ballare, a volte leggiamo, a volte guardiamo una serie. Ridiamo tanto. Prima di dormire, un piccolo pensiero di gratitudine per la giornata appena trascorsa c’è sempre.

Appena possiamo poi andiamo nei boschi, anche lì con la nostra ritualità e il nostro modo di essere.

 

Raccontateci un aneddoto che riguarda il vostro rapporto con la natura.

Oh per noi ogni uscita è un’avventura, ci capitano sempre delle piccole cose magiche nei boschi…

Il sorgere della luna piena una notte d’estate in cui dormivamo con la tenda in un’immensa faggeta; mentre gli alberi diventavano d’argento il fascio di luce illuminava la corsa di un cerbiatto proprio vicino a noi… Il temporale che ci ha colto in cima all’Alpe della Luna a diversi chilometri dalla fine del sentiero; la paura di fronte a tuoni, fulmini e grandine che si scatenavano ma poi il lasciarsi andare alla potenza della natura, affidarsi e scendere scivolando sul fango che ci arrivava alle caviglie cantando “Surfin’ Usa”… La piccola tromba d’aria, di sicuro uno spiritello, che ci è venuta a scompigliare capelli e pensieri sulla cresta di un monte.  

Anche attraverso questi fenomeni naturali sentiamo che la natura ci parla e sono tesori che conserviamo nel cuore.

 

Quale segreto avete imparato dagli alberi?

Che la chiave per la comunicazione è l’ascolto. Ed è possibile farlo con loro attraverso il contatto

 

E ora alcune domande curiosone:

-un luogo dove vi sentite a casa: il monte Tezio, un monte a dieci minuti da casa nostra dove Max è cresciuto e dove ci rifugiamo il più spesso possibile. E’ stato lì che siamo andati la prima volta che siamo usciti insieme da soli.

 

-un albero che amate particolarmente: il castagno secolare che si trova proprio in quei boschi.

 

-il nome dei vostri gatti: Ilne, diminutivo di Il Nero, magico micio della strega, Mucchi, il gatto alieno in comunicazione con altri mondi e il Popone, dolce gatto gigante di più di 8 chili.

 

-raccontate un sogno: Fra: uno che ho fatto proprio un paio di giorni fa, ero al matrimonio di due cari amici, loro si tenevano per mano e tutti cantavano. Io piangevo e piangevo di felicità e sentivo che in quelle lacrime si scioglievano tutte le bruttezze del mondo… Sento che c’è tanto bisogno di pulizia interiore in questo momento…

Max invece è presissimo da un progetto che stiamo portando avanti proprio in questo periodo e di notte si sogna montaggi e incastri!

 

-la musica che preferite: dipende dai momenti ma se dovessimo dare una definizione diremmo musica che ispira e trasmette gioia. Quando lavoriamo ascoltiamo spesso mantra o musica sacra indiana per far sì che le energie delle parole entrino con la loro frequenza vibratoria negli oggetti che creiamo.

 

Grazie Fra e Max di avere condiviso un po' della vostra storia con noi, è stato molto bello sbirciare un po' dietro le tende di Surya. 

 

Fra e Max li trovate qui

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Commenti: 1
  • #1

    SIMONA (mercoledì, 16 novembre 2022 14:12)

    Ma quanto sono belli questi due? Non si può dire, non si può dire proprio.

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