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Elisa e Zia Lupa

Oggi ho un'ospite qui sul blog, Elisa. Elisa è un'erborista e molto altro, l'ho conosciuta perchè mi ha chiesto di realizzare per lei un personaggio in feltro, Zia Lupa. Ma vi lascio alle sue parole, rimarrete affascinati come se foste entrati in una fiaba. 

Ciao Elisa, puoi presentarti ai miei amici e raccontarci qualcosa di te?

 

Sono Elisa e sono un’erborista!

Ho 26 anni e sono cresciuta ai piedi del Monte Bianco, a Courmayeur. Da circa un anno, mi sono trasferita ad Aosta col mio ragazzo, Andrea. Siamo due selvatici e, appena possiamo, scappiamo dalla nostra casetta in centro città per andare in un posto speciale: Hivaz, una casetta attorniata da prati e da un bosco di castagni, ciliegi, frassini e roverelle.

Per arrivarci, si deve percorrere a piedi una strada sterrata lunga circa un chilometro e mezzo. In questo luogo abbiamo le nostre api, l’orto ed alcune piante officinali, ma cosa più importante…siamo solo noi e la natura, nient’altro!

Adoro usare le mani: zappare la terra, impastare pane e biscotti, creare, tingere i tessuti, cucire, scrivere storie, raccogliere erbe e fiori e miscelarli per preparare infusi! Mi definisco una selvatica, creativa e solitaria strega del 21 esimo secolo!

Com’è nata la passione per le piante e l’erboristeria?

 

Quando ero piccolina, la mamma mi portava con sé nei prati e nei boschi vicini a casa e m’insegnava a riconoscere alcune erbe. Insieme raccoglievamo i fiori del biancospino per preparare tisane calmanti; le foglie dello spinacio selvatico e dell’ortica per fare la minestra; le fragoline di bosco per la crostata con la crema pasticcera; i mirtilli per la marmellata; i fiori delle pasqualine e del non ti scordar di me per decorare la casa e tante altre piante per altrettanti usi.

Papà invece, verso l’inizio o la metà di giugno, portava me e mio fratello nei prati della Val Veny a raccogliere le violette speronate.

Per noi era un’avventura, ci divertivamo un sacco a correre di qua e di là nei prati alla ricerca di quei piccoli fiori profumati e facevamo a gara a chi ne raccogliesse di più. Quelle violette, una volta essiccate, si miscelavano ad altre erbe per fare tisane contro la tosse oppure si aggiungevano al latte caldo col miele ed il génépy per preparare “l’aspirina dei montanari”, un antico rimedio valdostano contro febbre, raffreddore e tosse.

La mia nonna materna, che abitava in un piccolo paesino della Val Camonica, preparava lo sciroppo di gemme di larice, il decotto di lichene islandico e ginepro ecc.

Insomma, sono da sempre stata circondata da persone con l’abitudine e la passione di utilizzare le erbe. Questo mi affascinava e trovavo magico raccogliere una pianta ed utilizzarla come rimedio.

Durante le mie passeggiate in montagna, imparai a portarmi nello zaino il libro di erbe della mamma e a consultarlo ogni volta che mi capitava davanti un fiore sconosciuto. Ne leggevo la descrizione e mi soffermavo sulle proprietà e gli usi, cercavo di ricordarne il nome scientifico.

Questa mia passione mi ha portata a frequentare dapprima una scuola d’agricoltura e ambiente e poi, finalmente, il corso di laurea in tecniche erboristiche. Mentre frequentavo l’università, sono stata contattata dall’associazione culturale denominata “Centre d’Études des Anciens Remèdes” che gestisce la Maison des Anciens Remèdes di Jovençan, un museo dove sono raccolti informazioni, testimonianze, documenti, studi scientifici e leggende sull’uso delle erbe in Valle d’Aosta.

 

Ho iniziato a cooperare con loro e ancora oggi collaboro allo svolgimento di attività, visite didattiche e laboratori soprattutto per le scuole, con lo scopo di tramandare anche ai più piccoli questo antico sapere.

Elisa da bambina mentre raccoglie le piante.
Elisa da bambina mentre raccoglie le piante.

 

Come usi le piante?

 

Adoro miscelare le erbe e preparare infusi! Preferisco raccoglierle io, farle essiccare e conservarle nei vasetti. Da buona erborista uso le piante soprattutto come rimedio: infusi, decotti, impacchi ecc. Mi piace un sacco sperimentare, così preparo sciroppi, liquori e mieli aromatizzati. Da un annetto mi sono avvicinata alla tintura naturale dei tessuti e, durante il mio tempo libero, sperimento i colori delle piante che raccolgo nel bosco, delle spezie e di alcune verdure, tingendo filati e tessuti. Le piante hanno così tanto da regalarci!

 

In primavera raccolgo la silene, lo spinacio selvatico, le ortiche, il luppolo e tante altre erbe per preparare minestre, frittate, risotti e torte salate; in estate i mirtilli selvatici e le fragoline per preparare marmellate e crostate.

Diciamo che le erbe fanno parte di me e della mia quotidianità da sempre.

Perché hai iniziato a scrivere favole e com’è nato il personaggio di Zia Lupa?

 

Vicino alla casa dei miei genitori c’è un grande prato in salita che separa la zona abitata dal bosco.

Fin da piccolissima amavo andare lì con i miei fratelli a giocare. Ci andavo anche da sola, per sedermi semplicemente sull’erba, appoggiata ad un albero, chiudere gli occhi ed ascoltare… mi lasciavo ispirare e scrivevo poesie sulla natura.

A scuola adoravo svolgere temi in cui si doveva usare la fantasia. Da allora, a parte qualche poesia ogni tanto, non ho più scritto, fino ad un pomeriggio di circa 6 anni fa.

Stavo facendo da babysitter alla mia nipotina Marie-Claire quando, ad un certo punto, lei mi guarda e mi chiede: “Zia, raccontami una storia…ma non quella di Zio Lupo che mi fa paura!” (Per chi non lo sapesse “Zio Lupo” è una fiaba romagnola tratta dalla raccolta “Fiabe Italiane” di Italo Calvino. Mio fratello, il papà di Marie-Claire, un giorno gliel’aveva letta e la bimba aveva avuto paura. In un primo momento, sono rimasta un po’ spiazzata, non sapevo da che parte incominciare, di solito passavamo il nostro tempo insieme leggendo libri, mentre quella era la prima volta che mi chiedeva di inventare una storia. Poi mi è venuta un’idea! Perché non trasformare la figura del cattivo Zio Lupo in una più buona Zia Lupa? Iniziai così a raccontare e a costruire, insieme alla mia nipotina, questo mondo di fantasia, dove Zia Lupa, una lupa erborista, vive nel bosco in una casetta circondata sempre da un arcobaleno, non lontano c’è la casetta dove Marina, una bimba di circa 5 anni, abita insieme alla sua famiglia: la mamma, il papà, il suo fratellino Anselmino e Romeo, un buffo gatto a pelo lungo che accompagna la bimba in tutte le sue avventure. Essi si sono trasferiti da poco nel bosco. Quando vivevano in città, il papà, come lavoro, faceva il veterinario e curava gli animali domestici. Ora, si trova a curare gli animali selvatici che trova feriti nel bosco e sulla montagna, ma molto spesso non ha idea di come fare, così manda sempre Marina a chiedere consiglio a Zia Lupa, che conosce le erbe medicinali e le usa per preparare rimedi. La lupa, ogni volta, affida alla bimba la missione di trovare la pianta che serve per preparare il rimedio per l’animale malato. Così, insieme al gatto Romeo, Marina si trova ad affrontare sempre nuove avventure, in luoghi sconosciuti, alla scoperta delle erbe.

Come userai la bambola che ho fatto per te?

 

Per circa due anni Marie-Claire e io abbiamo inventato le storie di Zia Lupa. Un giorno, per il suo compleanno, decisi di regalarle una raccolta di alcune delle nostre storie (ultimamente avevo iniziato a fare delle registrazioni audio ogni volta che ne inventavamo una insieme) con tanto di disegni e cd per ascoltarle. Su consiglio dei miei parenti, decisi di mostrare il “libro” alla direttrice della Maison des Anciens Remèdes che, entusiasta, mi propose di pensare delle attività per i bambini ispirandomi al personaggio di Zia Lupa. Così, da quell’estate, organizzo degli incontri per i bambini in cui io, vestita da Zia Lupa, racconto le mie storie e, insieme ai bambini, prepariamo un rimedio: miele rosato, sale al timo, cioccolata calda, oleolito di iperico ecc. Ai bambini piacciono molto queste storie e spesso i genitori mi chiedono se esiste un libro stampato da acquistare, ci sto lavorando!

L’anno scorso, curiosando su facebook, mi sono imbattuta nella pagina di Pupillae e sono rimasta affascinata dalle bellissime bambole in lana. Guardando le foto di Artemisia, la bambola erborista con il suo cestino di erbe, ho subito immaginato una bambola di Zia Lupa. Ho scritto così a Gioconda che, super gentile, mi ha detto che sarebbe stata molto felice di realizzarla per me! Mi sono fidata del suo istinto creativo e ho fatto bene. Che emozione seguire su Instagram i vari passaggi di creazione di questa bambola, ma ancor di più avercela finalmente tra le mani! Una Zia Lupa in miniatura, anche Marie-Claire quando l’ha vista non poteva crederci.

La utilizzerò sicuramente durante le mie attività con i bambini. Ora sto sperimentando e vorrei creare dei piccoli video in “stop motion” magari alternati a disegni, di momenti in cui io racconto le storie, immagini girate nel bosco ecc. per creare una sorta di filmato per ogni storia di Zia Lupa da proporre ai bambini. Sono ancora all’inizio di questo progetto, ma pian piano lo voglio portare avanti, come quello del libro!

Raccontaci un aneddoto divertente o curioso sul tuo lavoro con i bambini.

 

In tutti gli incontri di Zia Lupa indosso un abito “antico” e in testa porto un cerchietto con due orecchie da lupo. Ai miei incontri, partecipano bambini più grandi e altri piccoli. La cosa buffa è vedere come alcuni di loro credono subito al personaggio, lo vedono come una figura reale uscita da una storia, e in effetti è così, perché per creare Zia Lupa ho fatto riferimento a me stessa. Spesso mi dicono: “Ma tu non sei un vero lupo - oppure - quelle orecchie sono finte!” Una volta, uno di questi bambini aveva fatto una battuta riguardo alle mie orecchie e una bimba dello stesso gruppo di circa 4 anni gli ha risposto a tono dicendo: “Ma certo che sono diverse le sue orecchie, sono sensibili e sentono anche le formiche!” La cosa bella è che la piccolina era talmente decisa e convinta di quello che diceva da mettere a tacere l’altro bimbo.

 È questo che mi piace di queste attività: stimolare la fantasia dei bambini; insegnare loro curiosità e modi di usare le piante, vedere che mentre racconto le mie storie loro sono lì, incantati, a guardare con gli occhi dell’immaginazione.

Allora vi è piaciuta la storia di Elisa e della sua Zia Lupa? A me tanto... Quando pubblicherà il libro ve lo dirò, promesso! 

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