Le richieste che ricevo sono sempre occasione di approfondimento e di ricerca per me. Questa volta mi era stata chiesta una piccola Kitsune a 9 code e così mi sono messa a leggere e a cercare per saperne di più. Conoscevo questo personaggio magico dalle anime giapponesi ma non avevo mai approfondito la sua storia e le sue origini, quello che ho scoperto lo condivido qui di seguito con voi. Innanzitutto la parola Kitsune significa volpe in Giapponese. La volpe a 9 code è un personaggio mitico presente in tutte le culture asiatiche (Cina, Giappone e Corea in primis) le cui origini sono incerte.
Nella lingua Giapponese Kitsu-ne significa "torna e dorme" o nella variante ki-tsune "che torna sempre". La leggenda narra che un uomo si sposò con una donna bellissima che però era odiata dal suo cane, un giorno questi la attaccò spaventandola così tanto che lei si trasformò nella sua forma primaria di volpe e fuggì via. Il marito disse "sarai anche una volpe ma io ti amo, torna quando vuoi" Così la volpe tornava tutte le notti e, dopo essersi mutata in forma umana, dormiva tra le sue braccia, la mattina si trasformava di nuovo in volpe e se ne andava.
Le kitsune hanno abilità mutaforma, spesso si trasformano in belle donne o in uomini anziani. Più la volpe è anziana e saggia più sono le code che possono arrivare ad un massimo di nove. Le volpi a 9 code sono spesso onniscenti. Nella forma umana le Kitsune temono i cani perchè con il loro istinto posso svelare il loro travestimento. Per scoprire se una persona è in realtà una kitsune bisogna cercarne la coda perchè difficilmente, anche nelle trasformazioni, riescono a nasconderla.
Le Kitsune si distinguono in Zenko volpi celestiali e benevole e Yako volpi di campo maliziose e pericolose.
Siccome mi piace confrontare le culture e vedere le differenze che diversi mondi e modi di vedere hanno creato, mi sono domandata che differenza ci fosse con la figura della volpe molto presente nelle fiabe della cultura occidentale. Già i bestiari medievali descrivevano la volpe come un animale scaltro, sleale e malizioso probabilmente per la furbizia dimostrata nella ricerca del cibo. Successivamente nelle favole didascaliche di Fedro, Esopo, Leonardo Da Vinci, La Fontaine, la volpe si distingue per la sua furbizia. Per arrivare a Pinocchio dove la volpe in combutta col gatto è ladra e si prende gioco del citrullo Pinocchio. Penso che la volpe delle fiabe classiche sia molto simile alle volpi di campo giapponesi, le Yako, non credete anche voi? La distinzione tra la natura nobile, quasi divina della kitsune giapponese e la natura più animalesca e bassa della volpe nella cultura occidentale mi sembra essere piuttosto netta.
Ne Il Piccolo Principe, nel 1943, finalmente la volpe sovverte tutti gli schemi dimostrando di volere essere un fedele amico esprimendo il desiderio di essere addomesticata. Credo proprio che la figura della volpe nelle fiabe e nella letteratura meriti un approfondimento, sarà lo spunto per un artricolo futuro. A presto!
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