La cuffia, che oggi ci sembra un indumento così superato, veniva indossata fin dai tempi antichi da uomini e donne, soprattutto in casa e sotto il cappello. Dal diciottesimo secolo le cuffie, che prima erano indossate solo da donne dell'elite, vennero adottate dall'alta moda e ebbero ampia diffusione.
Le cuffiette lasciavano la fronte scoperta e coprivano invece la nuca, servivano sia a proteggere che a incorniciare il viso. Erano legate al mento con un nastro o un laccio. Divennero, nel corso del tempo, sempre più elaborate, ornate di pizzo e realizzate con materiali preziosi. Le dame della classe media avevano almeno due cuffiette, una estiva, spesso di paglia e una di stoffa pesante per l'inverno. Ammirate il look di Lucrezia, bambola antropomorfa, ispirato a questo periodo, indossa una tipica cuffetta da passeggio.
La cuffietta rimase uno dei copricapi più comuni per le dame durante il diciannovesimo secolo. Nella Boheme di Puccini, ambientata nella Parigi degli anni 30 dell'ottocento, Mimì desidera una cuffietta che poi Rodolfo le regalerà
"Una cuffietta
a pizzi, tutta rosa, ricamata;
coi miei capelli bruni ben si fonde.
Da tanto tempo tal cuffietta è cosa desiata!..."
In Francia dal 1850 al 1870 si affermò il parasole e le cuffiette cominciarono a diventare sempre più piccole. I cappelli presero piede e le cuffie cominciarono ad essere indossate solo da figure modeste come le contadine e le domestiche. La cuffia non fu più di moda ma continuò ad essere indossata nelle campagne tutti i giorni per riparare il viso dal vento e la pelle dal sole e per coprire il capo lavorando in giardino o nell'orto, governando gli animali, in chiesa, per la strada. La cuffia era fatta di materiali poveri e doveva essere funzionale. Quasi sempre era abbinata a un grembiule che serviva sia per riparare l'abito ma poteva anche essere decorativo. A questo proposito vi propongo l'outfit di Prairie e Abigail che sono proprio due ragazze di fattoria con gli abiti ispirati al periodo coloniale in cui la cuffietta era d'obbligo.
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